Occhi grandi, chiari e luminosi, Grazyna Kulczyk, collezionista di arte contemporanea di fama internazionale, sembra avere una predilezione particolare per i tagli sobri e per il bianco e il nero nella scelta del suo abbigliamento. Questo ci dimostra di avere di fronte una persona distinta, sicura e fiera ma al tempo stesso molto sensibile. Lo conferma anche nella scelta di artisti concettuali e minimalisti come Piotr Uklański o Miroslav Balka. Quest’ultimo in particolare indaga gli aspetti più profondi dell’esistenza umana proprio attraverso percorsi alla scoperta della sensibilità.
Grazyna Kulczyk ha tutte le ragioni del mondo per essere orgogliosa non solo della sua collezione. Ha creato il Muzeum Sush, nel cuore delle Alpi svizzere. Un vero e proprio gioiello ricavato in un sito che ospitava un antico monastero del dodicesimo secolo. Nell’antichità era meta di pellegrinaggio sulla via di Santiago de Compostela. E’ circondato dalle Alpi svizzere, un contesto che rende il Muzeum Sush una magia nella magia, arte e poesia in un contesto mozzafiato.
La signora Kulczyk è una delle collezioniste di fama internazionale che seguiamo da tempo, un po’ perché è geograficamente vicina a noi, un po’ perché il collezionismo femminile è un ambito che ci affascina molto da sempre.
Artisti consolidati, storici e concettuali che fanno parte della sua collezione personale, sono presentati al pubblico in un contesto concepito come un grande laboratorio sperimentale di arte contemporanea.
Domanda: Come imprenditore, collezionista e donna nel mondo dell’arte, come vive personalmente gli effetti di questa emergenza globale, che è anche uno shock culturale, intellettuale e sociale?
Risposta: Come molti altri, la mia mobilità e il mio contatto sociale ne sono stati colpiti. La mia priorità è la sicurezza della mia comunità, per questo motivo abbiamo deciso di chiudere temporaneamente il Muzeum Susch. Dopo questo, è di adattarsi e continuare il mio impegno nei confronti della comunità artistica, in particolare degli artisti indipendenti. Ci sono enormi ripercussioni sull’attuale crisi, di cui sentiremo l’impatto ancora per molto tempo. È imperativo che continuiamo a parlare, a creare e a sviluppare per qualsiasi realtà che esisterà una volta che la crisi sarà sotto controllo.
D: Pensando al futuro, quali dovrebbero essere i contenuti e i valori delle produzioni artistiche che contribuiranno a preservare il mondo dell’arte?
D: Non è la prima, e probabilmente non l’ultima volta, che il lavoro degli artisti è stato messo alla prova. In tempi come questi, possiamo fare appello a pensatori creativi per avere una guida, un’empatia e una prospettiva. Il mio ruolo è quello di adattare il modo in cui sostengo questi artisti, pensatori e creativi. Al Muzeum Susch, stiamo lavorando a distanza per creare Stillness & Motion, una nuova serie sul nostro canale podcast ECHOLOT che unisce professionisti della cultura con artisti, coreografi, scrittori e poeti, in cui discutono di questo nuovo modo di vivere e riflettono sulle loro esperienze.
D: Lo smart working è diventato uno strumento usato da tutti. In questo contesto, la casa appare come il mondo da vivere e da mostrare, rappresentandoci in quel preciso momento. In questa situazione, l’arte può offrire nuove opportunità estetiche e di benessere a livello personale. Cosa può fare l’arte per diventare accessibile, per essere presente in più famiglie senza essere considerata una classe d’élite esclusiva?
R: L’accessibilità è così importante, lo è sempre stata. Prima della pandemia, abbiamo lanciato l’App Muzeum Susch per arricchire l’esperienza dei visitatori del museo e per rendere i contenuti disponibili anche a distanza. Tutte le mostre, compresa la mostra inaugurale del Muzeum Susch del 2019 A Woman Looking at Men Looking at Women, sono disponibili attraverso guide virtuali e audio con i curatori della mostra. Ci sono ancora importanti conversazioni da fare oltre COVID-19, come ad esempio la rappresentazione delle donne nella società, poiché queste hanno di per sé un impatto sul modo in cui COVID-19 è gestito.
D: Come vive il rapporto con l’arte in casa sua in questo momento?
R: Poco prima della pandemia, ho deciso di acquistare un’opera molto importante per aggiungere un’altra dimensione alla mia collezione. Penso spesso a quando sarà possibile goderne dal vivo… semplicemente, al momento in cui tutti noi potremo tornare nel mondo che amiamo.
D: In che modo il suo approccio come collezionista d’arte è condizionato dalla situazione attuale?
R: La mia collezione si ispira alla filosofia del mio mecenatismo nei confronti della comunità artistica. Al centro di questa filosofia c’è il sostegno agli artisti di riscoperta e continuerò a farlo anche in questo periodo estremamente impegnativo.
Parlare con lei è stato affascinante, soprattutto in un momento difficile come questo. Nelle sue parole abbiamo sentito tutto il peso del cuore di una grande collezionista che ama il suo lavoro, le sue origini e che tiene molto agli artisti che ha scelto di sostenere. Un bellissimo esempio di stile, generosità e intelligenza.
Vedi anche: Muzeum Sush Podcast (Spotify/ Apple/ List
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